“Le immunità nella prospettiva della Corte Penale Internazionale“
Il 23 maggio 2025, si è tenuto il Convegno “Le immunità nella prospettiva della Corte Penale Internazionale”, fortemente voluto dal Presidente del Gruppo italiano dell’International Society for Military Law and The Law of War, Procuratore Generale militare presso la Corte Suprema di Cassazione Maurizio Block.
L’evento, che ha riunito esperti, accademici e professionisti – tra cui il professor Bartolini, le professoresse Castellaneta, Eboli, Meloni, il C.V. Giovannelli ed il dottor Carlizzi – per discutere della tematica relativa alla immunità nell’ambito del diritto penale internazionale, ha trovato conclusione nella relazione del professor Natalino Ronzitti.
Filo conduttore che ha unito gli interventi è stata la trattazione delle problematiche e delle implicazioni legate in particolare alle immunità nello Statuto della Corte Penale Internazionale, nel diritto penale italiano e nel progetto di Codice sui crimini internazionali Pocar-Palazzo e Nordio, alle immunità funzionali e del personale militare e al rapporto tra immunità e regole di ingaggio.
In rappresentanza del mondo militare, è intervenuto il Capo Ufficio Generale Affari Giuridici dello Stato Maggiore della Difesa, Gen. D. CC Rosario Castello che ha trattato il tema intitolato “Regole di ingaggio e immunità. L’art. 19 della Legge 145/2016 come strumento di tutela nelle operazioni militari internazionali” esplorando le diverse dimensioni dell’articolo 19, che disciplina, in particolare, gli ambiti di legittimità dell’uso della forza da parte delle Forze Armate italiane nelle missioni all’estero.
La discussione sulla legge ha permesso altresì di effettuare un excursus sulle recenti modifiche apportate all’art. 19 dal Decreto Legge 11 aprile 2025, n. 148 (c.d. decreto sicurezza), che ha introdotto disposizioni specifiche per il personale impiegato nella condotta di operazioni cibernetiche, colmando il vuoto normativo esistente.
Altro aspetto centrale della trattazione, a cui è seguito un interessante dibattito, è stato il ruolo complementare delle Rules of Engagement (RoE) come strumento essenziale sia per la condotta delle operazioni, sia per la copertura giuridica del personale militare italiano impegnato in missioni internazionali.
In conclusione, è stata richiamata la necessità di un attento bilanciamento tra le esigenze operative e il pieno rispetto dei principi fondamentali del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario, a tutela anche dell’immagine del Paese e del personale militare impegnato nella condotta delle operazioni.